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La Residenza d’Italia a Tirana

 

La Residenza d’Italia a Tirana

La villa che ospita la Residenza d’Italia è stata testimone delle trasformazioni che hanno segnato la storia dell’Albania nel secolo scorso e dello sviluppo urbanistico della capitale Tirana.

Dalle ricerche effettuate negli archivi e dagli studi cartografici si evince che la villa fu costruita alla fine degli anni 30 del Novecento lungo la strada per Elbasan, all’epoca circondata dalla campagna e oggi trafficata arteria cittadina. L’edificio, inizialmente utilizzato come abitazione e clinica di un rinomato medico, con la fine del secondo conflitto mondiale fu espropriato e destinato a ospitare, a partire dagli anni 50, il Museo Nazionale di Lenin e Stalin.

La nuova funzione dello stabile ne richiese l’ampliamento e la ristrutturazione, seguendo uno stile di ispirazione classica. I disegni e le immagini d’archivio testimoniano non solo l’aggiunta di simboli del regime accanto alle decorazioni neo-rinascimentali, ad esempio in corrispondenza del pronao della villa, ma anche una redistribuzione degli spazi interni per l’allestimento di sale espositive. I lavori interessarono anche il giardino, secondo un progetto di sistemazione ed estensione che non venne tuttavia realizzato pienamente.

Il Museo Nazionale di Lenin e Stalin non sopravvisse alla caduta del regime e l’edificio cadde in stato di abbandono fino a quando, nel 1991, fu acquistato dall’Italia per un’operazione di restauro che portò a un’ulteriore trasformazione della villa, divenuta Residenza d’Italia dopo circa un anno di lavori.

 

 

Fonte: Anna Bruna Menghini e Frida Pashako (a cura di), “L’Edificio della Residenza d’Italia a Tirana. Storia e restauri”, Tirana, giugno 2016.

Photo credit: Alessandro Boscolo Agostini & Simone Mazzetto


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