Nel caso in cui ci si ammali durante un soggiorno presso un Paese non facente parte dell’Unione Europea, il lavoratore dipendente deve farsi rilasciare la certificazione di malattia attestante lo stato di incapacità lavorativa.
L’Ambasciata non legalizza i certificati medici a partire dal primo gennaio 2019.
Nei Paesi aderenti alla Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961, tra i quali fa parte l’Albania, i certificati medici sono validi in Italia qualora rechino “l’Apostille”, ossia un tipo di legalizzazione semplificata che certifica la veridicità della firma, la qualità del firmatario e l’autenticità del sigillo o timbro apposto dallo studio medico o dalla clinica. (Vedasi anche la Guida INPS pubblica sul sito della previdenza sociale).
COSA FARE:
Se il certificato medico è stato redatto in lingua italiana:
- Recarsi presso il Ministero della Salute (Ministria e Shendetesise) per far autenticare la firma del medico.
- Far apporre l’Apostille (rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri albanese tramite la Posta).
- Inviare il certificato all’INPS o al datore di lavoro (previo accordo con quest’ultimo).
Se il certificato medico NON è stato redatto in lingua italiana:
- Recarsi presso il Ministero della Salute (Ministria e Shendetesise) per far autenticare la firma del medico.
- Recarsi presso un notaio albanese per far tradurre il certificato e autenticare la traduzione.
- Far apporre l’Apostille a entrambi i documenti (rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri albanese tramite la Posta).
- Inviare il certificato all’INPS o al datore di lavoro (previo accordo con quest’ultimo).
Sul sito dell’Ambasciata è presente la lista aggiornata dei traduttori giurati:
Spesso i notai, oltre al servizio di traduzione, offrono anche un servizio accessorio per sbrigare l’onere dell’Apostille.
Questa Ambasciata non fornisce nominativi di notai. Spesso la cosa migliore, in caso di necessità, è chiedere direttamente alla clinica o studio medico